Equilibrio, consapevolezza, empatia e lungimiranza…
Quanto questi stati siano ardui da conquistare e mantenere nella vita quotidiana, ognuno di noi lo sa.
Spesso siamo come tappi di sughero, trascinati dalla corrente impetuosa della vita, che ci sorprende e ci travolge con eventi improvvisi ed imprevisti.
Veniamo quindi sbattuti qua e là da una lite scaturita per una diversità di vedute, dalla perdita di una persona cara o di una relazione, da contrasti sul lavoro o dalla difficoltà a riconoscere e perseguire la propria missione di vita.
Spesso, quando questo accade, perdiamo il senso di connessione con l’altro, ci sentiamo isole in mare aperto e la mancanza di fiducia personale, l’ansia e la paura potrebbero portarci ancora più lontano.
Noi siamo cellule di uno stesso organismo e i nostri scambi e relazioni sono continui e rivolti sia al nostro interno, che a quello che noi interpretiamo come il mondo esterno.
In realtà questa suddivisione è uno stratagemma della nostra mente per riuscire a costruire un’identità nella quale riconoscerci, in modo che tutto quello che non sono io, è l’esterno.
Da qui nasce la dualità, il concetto di giusto e sbagliato, la separazione, che ci impedisce di leggere l’altro da noi come un riflesso di quello che siamo, magari ad un diverso grado di consapevolezza.
Questa è anche l’origine del concetto del giusto e dello sbagliato, quando in realtà si tratta di un vuoto di consapevolezza anche determinata da energia bloccata nel tempo e nello spazio.
Questo stato, anziché sostenerci e farci evolvere. ci mantiene zavorrati ad un livello di bassa consapevolezza. Da qui la chiusura e la presunzione di essere nel giusto e che “gli altri” siano nel torto.
Non c’è traccia di equilibrio, consapevolezza, empatia e lungimiranza.
Viene a mancare la visione d’insieme e la percezione profonda che il caso non esiste e la vita non si accanisce su di noi, ma tutto accade per una ragione che magari comprenderemo anni dopo l’avvenimento destabilizzante.
Se affrontiamo certe prove è perché fanno parte del nostro percorso, e arrivano per stimolarci a cambiare prospettiva e modalità di azione.
È proprio a questo punto che risulta funzionale iniziare una ricerca articolata, ovvero che si sviluppi sia nella dimensione interiore, sia esteriore.
Per fare un esempio chiarificatore: se vengo giudicato e sminuito e questo atteggiamento proveniente dall’esterno mi appesantisce e mi stressa, è essenziale osservare se io, a mia volta, agisca nello stesso modo nei confronti degli altri o mi svaluti con aspettative troppo ambiziose o critiche autoriferite.
È altrettanto interessante osservare se la prova che stiamo affrontando è una sfida nuova o già vissuta a diversi livelli di complessità durante il nostro percorso di vita.
Così com’è importante osservare se ciò che ci accade fa parte della storia della nostra famiglia, partendo dai nostri genitori, a ritroso passando dai nonni fino a dove siamo in grado di recuperare notizie.
Mi è accaduto spesso, nel lavoro che svolgo, di osservare che una tematica, per esempio di abbandono, si sia manifestata più volte nella storia famigliare e genealogica della persona che avevo in studio.
Nel caso ciò sia avvenuto, significa che si è bloccata energia nel campo morfogenetico della famiglia di appartenenza.
Questo è il campo d’elezione per il lavoro con Logosintesi, che è più di uno strumento per l’aiuto e l’auto-aiuto, rappresenta una filosofia di vita. Logosintesi si basa sull’assunto che tutto è energia e che questa ha due caratteristiche, in comune con la luce: o è in flusso o è bloccata.
La luce infatti può comportarsi come un’onda (in movimento) o una particella che vibra sul posto(bloccata).
Energia libera, in flusso, è al servizio della persona e della sua missione di vita, energia bloccata è una zavorra che appesantisce e impedisce la liberà espressione personale e il contatto con la propria Essenza.
In studio, si trattano con Logosintesi i temi di pertinenza della persona che si rivolge a me, liberando energia dal suo spazio personale e dal campo energetico della sua famiglia di origine.
Per ripristinare l’equilibrio è essenziale che non ci sia energia bloccata in ricordi non elaborati, credenze, fantasie.
Il nostro spazio personale ha la necessità di essere libero dall’energia estranea, che non ci appartiene.
Invece accade che le convinzioni, le aspettative, le credenze degli altri, che sono vere per loro e per la loro storia personale, invadano il nostro spazio personale, limitando e condizionando la nostra libertà a manifestare il nostro vero sé e ad evolvere.
E per “altri” intendo tutte le persone che hanno rivestito un ruolo importante nella nostra esistenza. O che ci hanno sfidato, sottintendendo che non avremmo mai potuto farcela nella competizione.
Logosintesi libera energia a servizio della vita di chi la applica, in modo efficace e sostenibile da un punto di vista della sofferenza che può presentarsi durante le sessioni.
Il potere delle parole, che è il fondamento di Logosintesi, consente alla persona di liberarsi dalle reazioni emotive pesanti e disfunzionali ed acquisire una visione più completa ed ampia, consentendogli di leggere la realtà da un’altra prospettiva, in cui l’energia è in flusso anziché bloccata ed inutilizzabile.
Questo nuovo stato libera la persona dal reagire in modo automatico.
Perché parlo di liberazione dalle reazioni “automatiche “?
Perché negli automatismi reattivi non serve a nulla sapere il motivo per il quale reagiamo così e capire che non vogliamo più farlo, reagiamo e basta!
E lo facciamo nonostante l’esperienza ci insegni che un tale comportamento impulsivo non ha portato alcun risultato costruttivo, anzi ha contribuito fattivamente a complicarci la vita, intensificando il nostro e altrui dolore. Cadiamo comunque nella reazione automatica o nell’accumulo di sentimenti disfunzionali.
Ad esempio: sappiamo che non dobbiamo arrabbiarci o intristirci davanti ad un comportamento di una certa persona, ma la nostra reazione è appunto automatica e se ne infischia bellamente di quello che la nostra mente “sa”, e finiamo proprio per reagire come ci eravamo ripromessi di non fare più.
Questo è un segnale importante, noi reagiamo nostro malgrado, perché ci troviamo di fronte ad energia bloccata in un attivatore che è ancora uno stimolo abbastanza forte da farci stare male.
Può trattarsi di energia bloccata nel passato, riferita anche ad una persona, ad un luogo, ad una relazione che non c’è più… ma resta lì.
Fino a che Logosintesi non la rimette in flusso, al servizio della nostra vita.
A quel punto, quando la maggior parte della nostra energia è in flusso, abbiamo anche acquisito la capacità di riconoscere se un altro tema sta emergendo e trattarlo senza aspettare che comprometta il nostro stato psicofisico.
Energia in flusso consente di avere accesso agli stati di:
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equilibrio, la condizione in cui osserviamo e non reagiamo,
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empatia sentiamo cosa accade dentro all’altro, senza giudizio o preconcetti,
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consapevolezza comprendiamo come ci troviamo in un universo in cui l’altro sono io con una diversa esperienza di vita e coscienza di sé,
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lungimiranza che trae la sua origine dalla saggezza e dalle lezioni imparate dal passato, per affrontare le prove adottando nuove soluzioni.
Grazie a Logosintesi, che permette questo cambio di stato e percezione, liberandoci da tutte quelle forme di energia bloccata che ci arroccano nella presunzione di essere dalla parte del giusto, e/o nel dolore delle reazioni immediate e automatiche.
Energia in flusso dona equilibrio, consapevolezza, empatia e lungimiranza.